L'arte dentro l'arte. Una via per avvicinare l'architettura ai non vedenti

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Tipologia: 
Articolo
Data pubblicazione: 
Ottobre 2008
Angelo Socrati

Può una persona priva della vista apprezzare le cosiddette arti visive? Di primo acchito la risposta sembrerebbe essere negativa, immediatamente suggerita dall'improbabile binomio arte visiva e cecità. Al contrario, possiamo dire senza dubbio alcuno che le persone non vedenti possono godere delle arti visive, purché vengano soddisfatte alcune condizioni. Per poter apprezzare l'arte e godere dei suoi infiniti stimoli e delle sue straordinarie suggestioni è necessario per tutti aver ricevuto una adeguata educazione ed aver avuto la possibilità di vedere e conoscere opere importanti e significative. La stessa cosa vale per un cieco dalla nascita. Naturalmente, vedendo egli attraverso le mani, va da sé che la scultura è, tra le arti visive, quella che maggiormente si presta ad un approccio di tipo tattile.
 
Il cieco fa scorrere le sue mani sull'opera scultorea, ne apprezza i volumi, le forme, i profili, cattura le sensazioni offerte dal marmo, dal legno o dal bronzo, e dà libero sfogo alle proprie emozioni. Per contro, le forme bidimensionali della pittura, fatte di luci e colori, sfuggono ad ogni possibilità tattile e il non vedente può acquisire una conoscenza dell'opera attraverso una descrizione verbale o anche grazie all'aiuto di una traduzione a rilievo del quadro, utile sicuramente a comprendere in maniera diretta la composizione e le principali forme ospitate nel dipinto. Conoscenza, dunque, ma non piacere estetico

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